4 aprile 2011

L'appello degli "invisibili" di San Cipriano Picentino: "Salviamo casa Giovanna"

Appello degli «invisibili» contro il tagli ai servizi sociali. Gli ospiti di Casa Giovanna, un centro riabilitativo e di accoglienza per disabili situato a San Cipriano Picentino, scrivono alle istituzioni per richiedere aiuto dato che rischiano di non avere più la possibilità di soggiornare lì. In provincia molte sono le situazioni a rischio per questo tipo di strutture. «Purtroppo due grandi progetti non sono stati finanziati e ci troviamo a non poter più reggere i costi che Casa Giovanna comporta - dice il responsabile Cosimo Capogrosso - con soli 10 euro al giorno non riusciamo a far fronte alle spese e i servizi necessari». Capogrosso si riferisce a spese per i pasti, il servizio di trasporto che copre tutti i comuni dei picentini, i servizi di accompagnamento e assistenza di dieci educatori, maestri d'arte ed operatori sociali. «Personale che oggi rischia anche il posto di lavoro e che nonostante questo fa a titolo di volontariato il turno di notte per continuare ad assistere i nostri ragazzi», confessa Capogrosso. Casa Giovanna, una struttura di 600 metri quadri adeguata alle esigenze di persone disabili, che da vent'anni aiuta i più bisognosi, rischia di chiudere perché non riesce attualmente a sostenere i costi di gestione. Le risorse effettive al momento sono 43mila euro, una cifra irrisoria per le reali necessità. Nei prossimi giorni è previsto l'incontro con i sindaci e gli assessori ai servizi sociali dei comuni di Bellizzi, Castiglione del Genovesi, Giffoni Sei Casali, Giffoni Valle Piana, Montecorvino Pugliano, Montecorvino Rovella, Olevano sul Tusciano, Pontecagnano, San Cipriano Picentino, San Mango Piemonte per chiedere loro un aiuto sostanziale per evitare la chiusura del centro. L'sos lanciato dai ragazzi di Casa Giovanna, i parenti e tutti i volontari non si ferma qui. Essi vorrebbero lanciare una staffetta di solidarietà a chilometro zero: «Molto spesso si fa solidarietà per cause nobilissime però distanti da noi, semmai viste in tv. Perché non preoccuparci di chi ha veramente bisogno ed è vicino a noi?» si chiede un volontario della struttura.

credits: dal Mattino Simona Paolillo
foto: teresatitamarottaflickr

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